USIP Ragusa-La felicità di un Progetto ritrovato
CAMBIA LA SIGLA, NON CAMBIANO LE BATTAGLIE!
Comunicato del Segretario Generale Provinciale di Ragusa Giovanni BARTOLOTTA
Carissimi colleghi,
come sapete ho deciso di lasciare il mio precedente sindacato, nel quale ricoprivo la carica di Presidente Nazionale dei Probiviri e di Segretario Provinciale di Ragusa, per aderire alla USIP, che in buona sostanza è la UIL della Polizia di Stato.
Qualcuno potrebbe pensare che questo possa rappresentare una battuta d’arresto alle tante battaglie portate avanti in questi due anni, specialmente nell’ultimo periodo, ma così non è. Anzi, con la forza di una confederazione sindacale come la UIL alle spalle, sia a livello nazionale che locale, le nostre legittime rivendicazioni troveranno una eco ancora più forte ed autorevole.
Come sapete, qualche giorno fa sono stato invitato su “Tele Iblea” per discutere del problema dell’accoglienza e della gestione dei migranti, che purtroppo in questo momento è IL PROBLEMA nella nostra provincia, non tanto e non solo per una questione di sicurezza per la protezione dal Coronavirus, ma per il fatto che questa situazione assorbe quasi del tutto le risorse, già scarse, in termini di personale impiegabile nei servizi di Ordine Pubblico, vigilanza, accompagnamenti e quant’altro, con preoccupante ricaduta sugli altri servizi, in particolare quelli relativi al controllo del territorio. Senza considerare le palesi violazioni all’Accordo Nazionale Quadro dovute ai troppi cambi turno e ai servizi spesso prolungati molto più del consentito.
Questa situazione sta portando a snaturare le mansioni di molti settori, che sono chiamati ad altro tipo di lavoro. Certamente la coperta è corta e tutti devono contribuire a dare supporto in questa continua situazione emergenziale.
Ma la soluzione qual è? Spostare colleghi da un posto di lavoro a un altro senza la loro volontà? Su quali basi, mi chiedo? Se negli anni certi Colleghi sono stati messi negli uffici investigativi o in qualsiasi altro ufficio sarà stato perché quegli uffici necessitavano di quel personale.
E quel personale ha sudato e lavorato, anche oltre l’ordinario, per garantire i risultati che sono arrivati e sono sotto gli occhi di tutti. Il Governo centrale forse si trova impreparato a gestire una situazione che è effettivamente difficile da gestire.
Ma questo non deve in alcun modo essere pagato dal singolo Poliziotto, che per incapacità della politica (e lungi da me un discorso di “partito”, visto che è da parecchie legislature che questo problema va avanti) deve essere costretto a cambiare il proprio posto di lavoro, guadagnato spesso con grande merito! La nostra è una Questura piccola nei numeri, abbastanza avanti con l’età, non può in alcun modo sobbarcarsi da sola un problema che dovrebbe essere affrontato da tutta l’Italia.
Anzi, da tutta l’Europa! Noi non abbiamo ricette da suggerire, né al Questore (che si trova a subire come tutti noi questo problema e sta facendo tutto quello che è nelle sue possibilità) né al Ministro dell’Interno o al Capo della Polizia.
Noi facciamo semplicemente sindacato.
E per noi fare sindacato vuol dire tutelare i colleghi (TUTTI i colleghi, non solo i nostri tesserati) nell’interesse della cittadinanza che guarda con comprensibile timore quello che accade intorno ad essa.
Io e tutta l’Usip, dal Segretario Generale Vittorio Costantini fino al semplice delegato di base, ci siamo. Chi vuole venire a dare una mano per queste ed altre battaglie, troverà la porta sempre aperta!