MIGRANTI IN FUGA DALLA EX CASERMA GASPARRO, PREMONITRICI LE PERPLESSITA' DEL SEGRETARIO GENERALE USIP DI MESSINA MAURIZIO GALATI

Pochi giorni fa l'USIP di Messina scriveva un'articolata nota al Questore di Messina ed al Prefetto circa le criticità relative alla ex Caserma Gasparro correlate all'accoglienza di migranti, le rivolte presso il Centro ed il numero di positivi Covid-19.

La notizia di ben cinque migranti ospitati alla ex “Caserma Gasparro” risultati essere positivi al covid19, ha fatto piombare la città in una profonda crisi di sconforto. Non ancora metabolizzati i fatti accaduti il 15 luglio scorso, allorquando circa 30 migranti in quarantena riuscivano a fuggire dalla stessa struttura lasciando sull’asfalto feriti alcuni appartenenti alle Forze dell’Ordine, peraltro fatti oggetto di lancio di oggetti contundenti, adesso la cittadinanza si chiede se si ritrova a dovere affrontare una nuova emergenza sanitaria da covid19. E’ bene ricordare che negli anni sono stati diversi gli ospiti fuggiti dal centro, episodi che hanno creato non poche apprensioni non solo tra gli stessi abitanti del Rione Bisconte, ove insiste la struttura, ma anche tra l’intera cittadinanza. Fughe dalla struttura che si reiterano periodicamente, come avvenuto anche questa notte, allorquando alle ore 1,30 circa un folto numero di ospiti composto da circa 18 persone, tra i quali anche minori, sono riusciti a superare i muri perimetrali e darsi alla fuga. Il pronto intervento di alcuni equipaggi delle Volanti, distolti dai compiti di controllo del territorio, ha poi consentito di rintracciare e ricondurre al centro solo quattro migranti. Apprensioni e polemiche anche lo scorso febbraio, quando l’ex Caserma Gasparro è stata adibita a struttura in cui ospitare i migranti in quarantena provenienti dalla Sea Watch 3, proprio in un momento in cui il coronavirus iniziava ad annientare tutto il paese.- Quello del 15 luglio, quindi, a cui si aggiunge anche la fuga odierna, non era altro che l’ennesimo campanello di allarme a cui però le istituzioni preposte a tutela della cittadinanza e degli appartenenti alle Forze dell’Ordine non hanno attribuito il giusto peso e significato, dimostrando, pertanto, di non essere affatto lungimiranti. Come sempre, infatti, schierati in prima linea, sono gli uomini e le donne in divisa a dovere fronteggiare emergenze di ogni genere come quelle connesse al contenimento del contagio da covid19. Lo fanno quotidianamente, fieri, orgogliosi e consapevoli di rendere un servizio indispensabile nei confronti dell’intero paese ma anche consci dei rischi per la propria incolumità fisica a cui vanno incontro. Rischi da contagio, stante l’estrema facilità con cui il virus si trasmette, che in relazione all’elevato numero di migranti ed alla tipologia della struttura che li ospita, appaiono essere a parere dell’U.S.I.P. assolutamente elevatissimi. Non vi è alcun dubbio che la ex Caserma Gasparro sia assolutamente inadeguata a contenere la diffusione del coronavirus, non soltanto tra gli stessi migranti - che rischiano di trasmettersi reciprocamente il virus tra di loro - ma anche tra tutti coloro che sono preposti a vario titolo alla loro cura e vigilanza. La struttura in argomento individuata per ospitare immigrati, a parere di questa Organizzazione Sindacale, non presenta i necessari criteri di sicurezza sanitaria e pertanto dovrebbe non potere essere utilizzata per ospitare migranti affetti da Covid19 o anche solo sospettati di poterlo essere. Premesso che la struttura si trova in pieno centro cittadino a ridosso di civili abitazioni, al suo interno un numero troppo elevato di ospiti condivide gli stessi spazi utilizzati per potervi dormire o semplicemente soggiornarvi mentre i servizi igienici, allocati in un’altra struttura posta a poca distanza e raggiungibile attraversando un cortile esterno, appaiono essere in numero insufficiente per impedire assembramenti anche temporanei tra immigrati. I muri perimetrali esterni, specie in alcuni punti, non hanno un’altezza sufficientemente alta per impedire fughe o allontanamenti arbitrari da parte degli ospiti che così potrebbero facilmente introdursi in cortili o abitazioni private, come accaduto nel recente passato, per potersi poi dileguare in tutta tranquillità per le vie cittadine innalzando così il rischio contagio da covid19 per l’intera cittadinanza. Rafforzare i dispositivi di sicurezza esterni, incrementando il numero di Militari e Forze dell’Ordine intorno alla struttura della ex Caserma Gasparro, potrebbe essere utile solo al fine di scoraggiare che gli ospiti possano mettere in atto un eventuale piano di fuga ma certamente non servirebbe ad impedire che ciò, sebbene ipoteticamente, possa realmente avvenire. In tale ultimo ed ovviamente non auspicabile scenario ipotizzato, il personale impiegato potrebbe essere fatto oggetto di lancio di sassi, tegole o altri oggetti contundenti come è già avvenuto, ovvero in subordine, allo scopo di impedire la fuga dalla struttura, potrebbe inevitabilmente trovarsi a stretto contatto fisico con gli stessi migranti come è già avvenuto in più occasioni, con conseguenze facilmente immaginabili sia per gli Operatori di Polizia che per le loro famiglie. Tutto quanto sopra premesso, questa O.S. nel manifestare viva preoccupazione per i rischi da diffusione contagio da Covid19 per la popolazione locale e per il personale ivi impiegato di servizio, invita le SS.VV. ad individuare soluzioni e/o interventi anche alternativi alla ex Caserma Gasparro, mirati a salvaguardarne l’incolumità fisica. Con l’occasione, si inviano cordiali e distinti saluti

Ecco cosa riporta la cronaca locale di questi giorni 

Articolo dei quotidiani

Nota della Segreteria Provinciale


Sindacato di Polizia - Unione Sindacale Italiana Poliziotti