USIP Catania: Al Centro di accoglienza di Lampedusa calpestate le basilari forme di tutela dei lavoratori, così gli Agenti del X Reparto Mobile sono davvero in pericolo

L’Unione sindacale italiana poliziotti è il sindacato di riferimento della confederazione UIL, si ispira ai suoi valori confederali e sulla scorta di questi, soprattutto in questa fase contingente di emergenza sanitaria, adotta (come sempre) un’azione sindacale basata sulla tutela della sicurezza e dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, quale imprescindibile elemento di libertà e di democrazia.

Quel che è accaduto nei giorni scorsi a Lampedusa e continua ad accadere quotidianamente, è surreale. Ci troviamo dinanzi una situazione di caos, annunciata, preventivabile ed evitabile, eppure, le Istituzioni come talvolta accade, si sono fatte trovare completamente impreparate.

Ogni anno, assistiamo al medesimo risultato: donne e uomini della Polizia di Stato, che espletano un delicatissimo servizio con turni massacranti, correndo gravi pericoli per la loro salute essendo esposti ad elevati rischi epidemiologici, poche unità con turni che non consentono i riposi, e singole squadre costrette a restare chiuse nel centro d’accoglienza con migliaia di persone ammassate; e tutto questo, che si ripete annualmente, continua a essere vergognoso. Il sovraffollamento del Centro di accoglienza di Lampedusa che, negli ultimi giorni, ha accolto la maggior parte dei numerosi immigrati sbarcati a ripetizione sull’isola, più di 2000 in una struttura la cui capienza dichiarata è di 250 posti. Questa situazione emergenziale è stata fronteggiata da un’unica squadra del Reparto Mobile di Catania, composta da 10 unità, senza sistemi di protezione e/o divisori.

Ogni anno succede sempre la stessa cosa a Lampedusa e oltretutto dallo scorso anno combattiamo anche con l’emergenza COVID -19, già ingestibile con il distanziamento sociale, figuriamoci in centri che sono in questo stato. I poliziotti lavorano in condizioni igienico-sanitarie assolutamente precarie ed espongono anche le rispettive famiglie al pericolo, senza dimenticare che già nell’ultimo mese di marzo, già dieci poliziotti in servizio a Lampedusa sono risultati positivi al coronavirus (di cui quattro alla variante inglese). Un fatto che indigna e non poco, in quanto, a causa di tutto questo, i poliziotti in servizio a Lampedusa stanno mettendo oltremodo a rischio la propria incolumità, non si può giocare con la salute delle lavoratrici e dei lavoratori della Polizia di Stato, e non si può minimamente pensare che tutto ciò continui a passare inosservato nell’indifferenza assoluta.

L’U.S.I.P. pensa che sia arrivato il momento che chi di competenza si assumi le proprie responsabilità, al fine di ristabilire al centro di accoglienza di Lampedusa la necessaria sicurezza in ambito lavorativo, e il tutto dovrà essere fatto nel più breve tempo possibile, in quanto le attuali condizioni stanno mettendo seriamente a rischio l’incolumità fisica, nonché la serenità lavorativa dei poliziotti che ivi prestano servizio.

Catania 13 maggio 2021

Il Segretario Provinciale Generale USIP

Alessio POIDOMANI

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