La necessità di salvaguardare l’attività di Polizia Giudiziaria

a cura di Giuseppe COSTANTINI

Segretario Nazionale

 

L’Unione Sindacale Italiana Poliziotti, unico sindacato di riferimento valoriale della Confederazione UIL all’interno della Polizia di Stato, pensa, e ha sempre pensato, che il rapporto che deve intercorrere tra il Sindacato e la categoria da rappresentare, deve essere basato sull’onestà intellettuale, sulla verità dei fatti, perché solo in questo modo si potrà recuperare quella credibilità sindacale che purtroppo, è inutile nascondersi dietro un dito, in questi ultimi 20 anni è andata sempre più scemando.

Abbiamo sempre sostenuto che chi rappresenta una categoria importante come quella della Polizia di Stato, non può più permettersi di menare il can per l’aia, perché vi è la necessità, ormai ineludibile, di arrivare al dunque, troppe sono le incombenze e i rischi a cui sono sottoposti le lavoratrici e i lavoratori della Polizia di Stato, e troppi sono i sacrifici che vengono loro richiesti, e le  vicissitudini di questo ultimo anno e mezzo, in relazione alla pandemia, ne sono state la cartina di tornasole.

E’ arrivato il momento, quindi, di cominciare a cristallizzare ciò che non va più, è arrivato il momento di dire chiaramente la verità dei fatti, perché se è vero che le poliziotte e i poliziotti hanno nel proprio DNA lo spirito di sacrificio, è pur vero che gli stessi sono fatti di carne ed ossa come tutti gli esseri umani, hanno gli stessi problemi quotidiani di tutte le persone, di tutti le madri e i padri di famiglia che lavorano per far fronte alle esigenze familiari, costituite da rate di mutuo da pagare, da rette scolastiche/universitarie per i figli, da un costo della vita sempre più alto, senza considerare le ancor più gravose, dal punto di vista economico, particolari situazioni di lavoratrici e lavoratori separati/divorziati,insomma come tutti le donne e gli uomini che respirano, che hanno un’anima, un cuore, e che hanno una ragione, lavorano per vivere, e non il contrario.

E se  aggiungiamo persino, che questo triste scenario ha degli inevitabili riverberi negativi anche  in riferimento alla necessaria spinta motivazionale, che rappresenta il fulcrum centrale di ogni lavoratrice e lavoratore della Polizia di Stato che deve svolgere un lavoro oltremodo gravoso, viene fuori un panorama grigio che non fa il bene delle poliziotte e dei poliziotti, e di conseguenza non fa il bene della Polizia di Stato e di quella sicurezza che si deve garantire alla cittadinanza.

Ciò premesso, per venire al dunque, l’U.S.I.P. non può non evidenziare il malcontento, di questi ultimi anni, del personale della Polizia di Stato che presta servizio presso la Squadra Mobile, e più in generale di tutti coloro che svolgono  attività investigativa.

Appare quasi superfluo ricordare che  la Squadra Mobile svolge un lavoro molto particolare e complesso, che richiede un impegno continuo, ed è giusto ricordare che è grazie alla costante dedizione delle colleghe e dei colleghi che svolgono attività investigativa, che in questi ultimi 20 anni sono state portate a termine importantissime operazioni di Polizia Giudiziaria, che hanno permesso di assicurare alla giustizia numerosi elementi di spicco della criminalità organizzata.

Insomma quando si parla di Squadra Mobile, e più in generale di tutti quegli uffici dove si svolgono attività investigative di contrasto alla criminalità organizzata, si parla di reparti della Polizia di Stato dove la competenza e l’esperienza accumulata nel tempo dal personale che ivi presta servizio, sono le potenzialità più importanti per mantenere un alto livello di efficienza investigativa, il tutto al fine di disarticolare le compagini criminali nei loro profili personali e patrimoniali.

L’importanza delle risorse umane delle Squadre Mobili, con tutto il loro bagaglio di esperienza e competenza, è di chiara evidenza, e non è un’inutile superfetazione aggiungere che è proprio grazie al loro instancabile impegno, grazie alla loro tenacia, grazie anche alle notevoli responsabilità giuridiche di cui si fanno carico giornalmente, che in questi anni si sono raggiunti risultati eccezionali sul fronte della battaglia contro le mafie.

Invero, però, bisogna anche constatare che, se negli anni passati prestare servizio presso uffici investigativi così importanti e delicati rappresentava per qualsiasi poliziotta e poliziotto il paradigma della propria carriera, negli ultimissimi anni sembra proprio che non sia più così, e di certo ciò non è da attribuire al fatto che si tratta di uffici dalla gravosa realtà lavorativa,ma perché purtroppo si è dimenticato che anche l’operatrice e l’operatore della Squadra Mobile e di tutti gli uffici che compiono attività investigativa, non possono vivere solo di gloria in quanto, come già evidenziato sopra, come tutti gli esseri umanidevono far fronte ai vari problemi quotidiani in relazione agli impegni economici familiari o di qualsiasi altro genere, insomma la gloria non basta per affrontare il periglioso percorso della vita.

I tagli operati negli ultimi anni allo straordinario, e a tutte quelle spese legate alla tipica attività investigativa, ad esempio in riferimento alle missioni fuori sede, hanno contribuito a rendere il lavoro di investigazione di certo più difficile, più complesso, ma soprattutto, diciamolo pure senza nessun velo di ambiguità, anche meno conveniente per chi presta servizio in quegli uffici, in cui, proprio per la loro peculiarità investigativa,spesso, anzi quasi sempre, gli orari vanno ben oltre il normale orario di lavoro; insomma per dirla tutta non si può pensare di chiedere continui sacrifici se poi questi sacrifici non vengono ricompensati nel giusto modo.

Tra le altre cose non si comprende come possa, ad oggi, sussistere una disparità di trattamento economico rispetto ad un’altro ufficio investigativo importante come è  la DIA, e si, perché mentre in quest’ultimo ufficio al personale viene riconosciuto uno specifico Trattamento Economico Accessorio (TEA) legato alla tipica funzione, al personale delle Squadre Mobili, che sostanzialmente svolge attività similare, non viene riconosciuto alcunché.

Una disuguaglianza assurda,che stride ancor di più tutte quelle volte che la politica osanna a gran voce l’operato degli investigatori della Polizia di Stato ogni qualvolta raggiungono brillanti risultati, per poi far cadere nel nulla le giuste rivendicazioni di chi semplicemente chiede di vedersi riconosciuto concretamente, e non solo a parole, gli innumerevoli sacrifici che sono serviti per raggiungere quei risultati.

Sarà probabilmente anche per le ragioni suesposte che in questi ultimi anni, le lavoratrici e i lavoratori della Polizia di Stato non pensano più l’ufficio investigativo come l’approdo importante per la loro carriera, preferendo altre strade, scegliendo uffici dove, invece, fortunatamente il sacrificio svolto viene quantomeno ricompensato (vedasi Reparto Mobile, Reparto Prevenzione Crimine).

Di questo passo, c’è il serio rischio che le competenze e le professionalità acquisite nel tempo dai colleghi anziani vadano perse, o quantomeno, non avendo più tanta gente motivata nello svolgere l’attività investigativa, il tutto vada sempre più scemando con  tutte le inevitabili conseguenze del caso.

Vi è quindi la necessità di sgombrare il campo dalle pericolose ipocrisie, cercando di rendere giustizia indirizzandosi ad un criterio di equità sostanziale, per cui è arrivato il momento di prevedere contrattualmente una specifica indennità per gli operatori della Squadra Mobile, e finanche per tutto quel personale che compie tipica attività investigativa di contrasto alla criminalità organizzata, affinchè venga finalmente loro riconosciuta fattivamente la specificità del servizio svolto con tutti i sacrifici ad esso connessi.

L’Unione Sindacale Italiana Poliziotti, coerente al proprio modus operandi, ha sempre ritenuto che la tutela dei diritti della categoria passa attraverso cose concrete e tangibili, e soprattutto ha sempre ritenuto che il denominatore comune di ogni seria azione sindacale, è l’onestà intellettuale di non sottacere mai la verità dei fatti, contro ogni forma d’ ipocrisia e contro ogni forma di disparità e di diseguaglianza.


Sindacato di Polizia - Unione Sindacale Italiana Poliziotti