Roma 03 Febbraio 2022

L’Unione Sindacale Italiana Poliziotti ci tiene a premettere che morire a 18 anni per colpa della scuola lavoro, è veramente assurdo, e il dibattito pubblico che si è nuovamente aperto sull’abolizione dell’obbligatorietà dell’alternanza scuola lavoro ci trova pienamente d’accordo, perché a quell’età i ragazzi dovrebbero solo pensare a studiare, a formarsi una coscienza critica, un pensiero critico, invece di farsi sfruttare con la scusa dell’esperienza lavorativa, e questo lo ribadiamo a gran voce per far comprendere che non abbiamo di certo nessuna remora contro chi vuole manifestare il proprio pensiero, anzi come Organizzazione Sindacale auspichiamo che, in un tempo in cui sembra quasi che vi sia l’appiattimento del pensiero, vi siano sempre più giovani in grado di pensare con la propria testa per cercare di rendere il mondo un posto migliore.

Posto ciò, però, è bene anche ribadire che la manifestazione del dissenso non può sfociare nella violenza, perché così facendo si rischia di far perdere il senso delle giuste battaglie, e il lavoro delle Forze di Polizia serve appunto per tutelare i cittadini dai facinorosi, dai professionisti del caos, serve per garantire tutti coloro che vogliono sì  protestare ma senza l’uso della violenza.

Il ruolo delle Forze dell’Ordine è quello di tutelare la sicurezza della collettività, un compito molto delicato e complesso, un concetto che le donne e gli uomini in divisa sanno molto bene, non foss’altro perché ogni giorno quando operano su strada, spesso ne pagano le conseguenze.

Le lavoratrici e i lavoratori della Polizia di Stato sanno bene che tali conseguenze fanno parte dei rischi del mestiere, sono consapevoli di ciò, ma a tutto però c’è un limite, e la recente narrazione per cui la Polizia di Stato abbia deliberatamente picchiato dei giovani studenti a Torino, al fine di comprimere il loro sacrosanto diritto di manifestare il dissenso, non solo non risponde al vero, ma è anche un modo per screditare ulteriormente chi ogni giorno mette a rischio la propria incolumità per il bene di tutti, per garantire a tutti la possibilità di esercitare i diritti costituzionalmente garantiti.

Siamo francamente stanchi di essere messi alla berlina, ed è bene chiarire che gli appartenenti alle Forze dell’Ordine quando adempiono al loro dovere, lo fanno per garantire la sicurezza di tutta la collettività nel rispetto della legge e per far rispettare la legge vigente, volere strumentalizzare l’operato delle Forze di Polizia serve solo ad alimentare un clima di odio che di certo non fa bene al vivere civile, e per essere ancora più chiari, la Polizia di Stato a  Torino è dovuta intervenire per arginare l’azione dei soliti violenti che hanno usato le sacrosante ragioni di chi protestava per una causa giusta, per creare solo inutile caos.

Alla politica però rivolgiamo un monito, BASTA IPOCRISIA, gestire le questioni economiche-sociali del Paese con atteggiamento ipocrita, non fa altro che aumentare un clima di tensione che non fa bene alla collettività, le cui conseguenze come al solito ricadono sulle spalle delle Forze di Polizia, che sono oltremodo stanche di dovere sopperire all’incapacità politica di sapere risolvere le reali problematiche dei cittadini.

Le norme limitanti della libertà di manifestare a causa della pandemia, sono state introdotte dalle Istituzioni politiche, non certo dalla Polizia di Stato, a cui invece è demandato il compito di farle rispettare, il punto è capire se queste norme, nella situazione attuale, sia ancora corretto mantenerle valide, perché se non lo sono, invece di scaricare tutto sulle spalle delle donne e degli uomini in divisa, la politica si assumi la responsabilità di togliere i divieti introdotti, troppo facile mettere sul banco degli imputati le Forze di Polizia quando non si è in grado di gestire i problemi del Paese.

La Segreteria Nazionale

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Sindacato di Polizia - Unione Sindacale Italiana Poliziotti