Ill.mo Sig. Capo della Polizia,

l’Unione Sindacale Italiana Poliziotti, Sindacato di riferimento della Confederazione UIL all’interno della Polizia di Stato, pone con forza alla Sua attenzione la problematica relativa ai gravi ritardi nell’applicazione, a favore dei colleghi interessati, dei benefici derivanti dalla Sentenza della Corte Costituzionale nr. 224 del 7 ottobre 2020, che ha dichiarato, come noto, la parziale incostituzionalità della formulazione dell’art. 75, comma 1°, del D.P.R. 24 aprile 1982, n. 335, nella parte in cui non prevedeva l’allineamento della decorrenza giuridica del soggetto promosso per merito straordinario a quella, più favorevole, riconosciuta al personale che ha conseguito la medesima qualifica all’esito della selezione o del concorso successivi alla data del verificarsi dei fatti. Tale inspiegabile ritardo sta generando, per un numero rilevante di colleghi, non solo una perdita in termini di attribuzione di livelli retributivi più elevati ma anche il rischio di clamorose penalizzazioni in termini di possibilità di sviluppo della propria carriera.

Per essere più chiari rispetto all’attualità della vicenda e per meglio esemplificare la possibile entità della sperequazione in atto, Le proponiamo un esempio concreto che riguarda un collega in forza ad un ufficio investigativo che, nell’aprile del 2012, venne promosso per meriti straordinari alla qualifica di Vice Sovrintendente, per essersi particolarmente distinto in una operazione di polizia giudiziaria che aveva condotto alla cattura di un pericoloso latitante. Subito dopo la sua promozione, venne bandito il famoso “Concorsone” per 7563 posti per l’accesso alla qualifica di Vice Sovrintendente (che copriva tutti i concorsi non banditi negli anni precedenti), al quale a tale collega venne impedito di partecipare, poiché al momento della presentazione della domanda egli non si trovava più nel ruolo degli Agenti ed Assistenti.

Questo determinò già una prima pesante penalizzazione ai suoi danni poiché egli si vide “scavalcato” nel ruolo da numerosi altri colleghi del proprio ufficio, che ebbero accesso nel frattempo ad anzianità pregresse, risultando vincitori delle annualità a partire dal 2005 fino al 2012. Più recentemente è stato bandito il concorso interno di 2662 posti per l’accesso alla qualifica di Vice Ispettore, che ha fatto sì che la penalizzazione diventasse, per quel collega, un vero e proprio sberleffo, dal momento che molti di quei colleghi che lo avevano “scavalcato” nel ruolo dei Sovrintendenti, in virtù del sostanzioso punteggio derivante dalla pregressa anzianità acquisita nel ruolo, sono risultati vincitori anche del concorso da Vice Ispettore.

La clamorosa ingiustizia sarebbe stata facilmente sanata dalla corretta applicazione della citata pronuncia della Corte Costituzionale, in virtù della quale al collega promosso per meriti straordinari andava attribuita nel ruolo dei Sovrintendenti la decorrenza coincidente con la prima annualità del concorsone, ovvero, 01/01/2005, che gli avrebbe consentito di vincere a mani bassi il concorso da Vice Ispettore, posizionandosi addirittura, calcoli alla mano, nei primissimi posti della graduatoria. Eppure allo stato attuale quel collega non risulta vincitore di quel concorso poiché, nonostante le pronunce intermedie favorevoli ottenute dalla giustizia amministrativa, non si è tenuto conto a suo favore della pronuncia del Giudice delle Leggi, che avrebbe sanato la clamorosa ingiustizia.

La vicenda appare addirittura grottesca se si tiene conto di un ulteriore aspetto. Nelle more dello svolgimento delle procedure concorsuali, il T.A.R. Lazio, anticipando la scontata conclusione del giudizio di merito, aveva accolto l’istanza cautelare proposta dal collega in questione e da numerosi altri ricorrenti disponendo, con ordinanza, che essi potevano integrare la domanda di partecipazione al concorso “mediante indicazione della anzianità di ruolo e di qualifica che ad essi spetterebbe in virtù dell’allineamento, mediante retrodatazione, della decorrenza giuridica della qualifica di Vice Sovrintendente della Polizia di Stato acquisita per merito straordinario”.

In altre parole, l’organo di giustizia amministrativa, riconoscendo che la procedura automatizzata aveva imposto ai colleghi di indicare una anzianità che non teneva conto del diritto alla retrodatazione, intimava all’Amministrazione di provvedere alla immediata ricostruzione delle loro carriere ancor prima di procedere alla concreta valutazione dei titoli ed alla formazione della graduatoria di merito.

E qui la vicenda assume addirittura i contorni del giallo dal momento che, per quanto risulta a questa organizzazione sindacale, alla fine dell’anno 2021 il Servizio Sovrintendenti – Assistenti – Agenti del DAGEP aveva comunicato all’Ufficio Concorsi di aver provveduto, in ossequio alla sentenza della Corte Costituzionale, alla ricostruzione della carriera dei colleghi interessati, precisando che la comunicazione veniva effettuata proprio al fine di permettere alla Commissione di avviare la fase della valutazione dei titoli alla luce della retrodatazione della decorrenza della qualifica di Vice Sovrintendente per i colleghi promossi per meriti straordinari. Purtroppo, e per motivi non conosciuti, tutto ciò non è avvenuto, facendo sì che quel famoso collega, al pari di tantissimi altri che si trovano nella sua medesima condizione, dopo aver sborsato importanti cifre per avviare azioni giudiziali (peraltro con scontato esito favorevole) si ritrovi a non aver ancora visto il riconoscimento del suo diritto sancito ben due anni prima addirittura dalla Corte Costituzionale e, di conseguenza, a non aver avuto la possibilità di accedere alla nuova qualifica di Vice Ispettore, mediante un concorso che avrebbe certamente vinto.

C’è però un aspetto, Prefetto GIANNINI, che ci lascia addirittura interdetti. Pur comprendendo (seppur parzialmente) la cautela dell’Amministrazione nell’applicazione di un principio fissato per via giurisdizionale finché non si giunga a sentenza definitiva, com’è possibile che, nella medesima procedura concorsuale, si applichi lo stesso principio in maniera differente a colleghi che si trovano nelle medesime condizioni? Per essere più chiari, nel concorso per 2662 posti per Vice Ispettore mentre è stata effettuata la ricostruzione della carriera a favore del gruppo di colleghi che meritoriamente, e per primi, hanno ottenuto con sentenza definitiva il riconoscimento al diritto alla retrodatazione, consentendo loro di risultare vincitori del concorso, analogo comportamento non è stato tenuto nei confronti di un nutrito gruppo di altri colleghi che versano nelle medesime condizioni, i quali per tale ragione sono esclusi dal concorso.

Il tutto senza dimenticare che il principio sancito dalla Corte Costituzionale è stato direttamente (e giustamente) riconosciuto ai colleghi promossi recentemente per meriti straordinari, senza necessità di avviare costose azione giudiziali. Un comportamento ingiustificabile che ha generato una clamorosa disparità di trattamento ma anche, purtroppo, una sostanziale perdita di fiducia da parte di questi meritevoli operatori nei confronti della propria Amministrazione di appartenenza. Per dirla con le parole di alcuni di essi, la promozione per meriti straordinari, notoriamente conquistata mediante azioni di eccezionale rilevanza compiute correndo rischi ulteriori rispetto alla normale attività di servizio, più che essere considerato un merito rischia di diventare per loro una condanna.

Signor Capo della Polizia, l’U.S.I.P. ritiene che tale clamorosa ingiustizia vada sanata nel più breve tempo possibile, evitando tuttavia danni a tutti gli altri colleghi che nel frattempo hanno legittimamente vinto il concorso ed hanno peraltro già iniziato il relativo corso di formazione. Per tale motivo, U.S.I.P. ritiene necessario provvedere immediatamente e con la massima priorità alla ricostruzione della carriera per tutti i colleghi promossi per meriti straordinari che possono beneficiare della pronuncia nr. 224/2020 della Corte Costituzionale. Inoltre, anche alla luce della grave carenza nel ruolo, di prevedere un sostanzioso scorrimento della graduatoria di merito del concorso per 2662 posti per Vice Ispettore valutando a favore di tutti i colleghi ingiustamente penalizzati la loro posizione alla luce della ricostruzione della loro carriera, peraltro già effettuata dall’Ufficio interessato.

Ciò consentirebbe in modo immediato di sanare una clamorosa ingiustizia evitando, peraltro, ulteriori esborsi di denaro da parte di tantissimi colleghi per proseguire nelle loro azioni giudiziarie (anche eventualmente mirate a richieste di risarcimento del danno per perdita di chance), il cui esito appare scontato in termini a loro favorevoli. Il tutto senza dimenticare che una tale scelta permetterebbe a tutti questi colleghi, ingiustamente ed incomprensibilmente penalizzati, di riacquistare piena fiducia nella propria Amministrazione di appartenenza, capace di fare giustizia indipendentemente da faticose e costose azioni giudiziarie.

Signor Capo della Polizia, in conclusione, l’Unione Sindacale Italiana Poliziotti è certa che la S.V. saprà cogliere questo nostro invito per mettere definitivamente fine a questa eclatante iniquità, il tutto non solo per restituire giustizia ai tanti poliziotti che in questi anni hanno dovuto subire, loro malgrado, una assurda mortificazione professionale con riverberi negativi anche sul piano economico, ma anche perché, attraverso lo scorrimento delle graduatorie da noi sopra richiesto, si contribuirà, al contempo, al risanamento delle palesi mancanze di organico del ruolo Ispettori, senza ulteriori ritardi.

Cordiali Saluti. 

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Sindacato di Polizia - Unione Sindacale Italiana Poliziotti