Giungono a questa Segreteria Nazionale segnalazioni da parte della nostra Segreteria Provinciale di Trieste, circa l’ormai critica situazione che vige presso la Questura di quel territorio.
Nello specifico ci riferiamo alla gestione dei migranti irregolari al momento della prima accoglienza, con tutto il carico delle problematiche ad essa connessa.
Invero prendiamo atto che il Questore di Trieste, Dott. Ostuni, abbia nel tempo cercato di gestire al meglio ogni criticità legata all’igienizzazione degli uffici, alla fornitura dei DPI, ma, purtroppo, rimane ancora irrisolto un problema che questa Organizzazione Sindacale ritiene cruciale per tutta una serie di motivi, ed in primis per la questione legata alla tutela della salute degli operatori impegnati nelle operazioni di prima accoglienza.
E’ ancor più vero, però, che siamo perfettamente consapevoli che anche un Questore può avere delle difficoltà nella risoluzione di alcune problematiche, visto che anche il massimo responsabile provinciale della Polizia di Stato, benché Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza, può avere dei limiti d’azione che non dipendono certamente da sua volontà.
Per entrare nel merito ci riferiamo ad un problema operativo che, se non bene attenzionato a tutti i livelli, potrebbe avere dei riverberi negativi sulla salute delle lavoratrici e dei lavoratori della Polizia di Stato di Trieste impegnati nel servizio di prima accoglienza degli immigrati irregolari.
Per avere un quadro chiaro della questione, giova ricordare che ormai da tempo gli immigrati irregolari arrivano a Trieste in maniera sempre più copiosa, tant’è che sono gli stessi immigrati che spesso si presentano spontaneamente nei diversi Uffici di Polizia per il da farsi burocratico e, come è comprensibile, visto che trattasi di persone che hanno affrontato viaggi estenuanti e in condizioni davvero molto precarie, sotto tutti i punti di vista, si presentano nelle ore più improbabili ad esempio anche la notte.
La gestione burocratica di prima accoglienza prevede, chiaramente, l’impiego di personale di diversa funzione, i colleghi che devono gestire un minimo di Ordine Pubblico, i colleghi della Scientifica per il fotosegnalamento, nonché i colleghi dell’Immigrazione, inoltre, accanto all’attività della Polizia di Stato, interviene anche la competente autorità sanitaria pubblica del posto, l’ASUGI, per effettuare uno screening sanitario nei confronti dei migranti.
Avendo quindi delineato il perimetro entro il quale deve svolgersi tutta questa complessa attività burocratica, necessita adesso entrare nel merito specifico delle problematiche, la prima su tutte, che riteniamo di carattere prioritario, è la necessità di effettuare uno primo screening sanitario prima che cominci qualsiasi attività che in certo qual modo implichi un contatto molto più che ravvicinato con i migranti in questione, come ad esempio l’attività di identificazione e fotosegnalamento, poiché vorremmo ricordare che, benché non vi è più l’emergenza sanitaria legata al COVID, queste persone, a causa delle precarie condizioni sanitarie in cui si trovano, spesso risultano, ex post, affetti da altre ben più gravi malattie rispetto al COVID, come ad esempio la  scabbia, o addirittura il vaiolo delle scimmie, quindi si tratta sostanzialmente di mettere al riparo le donne e gli uomini della Polizia di Stato, che intervengono per lo specifico servizio, da qualsiasi seria problematica di salute che potrebbe essere trasmessa a causa di inevitabili contatti ravvicinati.
Ordunque, ad oggi questo primo screening sanitario non rientra nei protocolli previsti poiché, purtroppo, i medici competenti dell’ASUGI non sono sempre reperibili a qualsiasi ora del giorno e della notte, un problema, come è evidente, non di poco conto, e se a questo aggiungiamo che l’attività di fotosegnalamento viene svolta in diversi Uffici di Polizia, si può ancor più comprendere che tale problematica viene ampliata a causa della dispersione, in più punti della città, delle diverse forze messe in campo a qualsiasi titolo.
Cosa diversa sarebbe, ed è questa una soluzione che ci permettiamo di suggerire, se tutta questa complessa attività si concentrasse in unico punto, anche al di fuori del centro urbano, dove far convergere i migranti irregolari per sottoporli all’attività di prima accoglienza.
In sostanza sarebbe auspicabile individuare una location, aperta h24, che abbia le dimensioni e le caratteristiche per potere trattare ogni tipo di attività in piena sicurezza, in primis per gli operatori di Polizia, ma anche per i migranti stessi i quali hanno diritto d’essere accolti in un luogo il più dignitoso possibile visto, peraltro, che trattasi di persone che spesso hanno alle spalle delle vere e proprie tragedie umane legate ai loro Paesi di provenienza.
Un presidio di Polizia dove far convergere, quindi, gli uffici delle diverse Forze di Polizia per l’attività di vigilanza, un Ufficio per il personale dell’Immigrazione per gli atti di loro competenza, un ufficio della Polizia Scientifica per l’effettuazione del fotosegnalamento, ed infine, cosa molto importante, un vero è proprio presidio medico sanitario sempre operante che consentirebbe l’effettuazione del primo screening sanitario a tutti i migranti arrivati, di guisa che gli operatori di Polizia possano tranquillamente svolgere il proprio compito senza avere il patema d’animo di portare a casa dai propri familiari qualsiasi specie di grave infezione.
Questa Organizzazione Sindacale pensa che quanto proposto sia la soluzione più di buon senso che, rebus sic stantibus, si possa mettere in campo per garantire per prima cosa la salute delle poliziotte e dei poliziotti, ma anche per garantire maggiore efficienza ed efficacia nell’espletamento di tutte quelle attività di Polizia legate alla prima accoglienza dei migranti irregolari, non dimenticando che far convergere ogni cosa in un unico centro, garantirebbe anche un risparmio riguardo alle continue sanificazioni che ad oggi si devono effettuare nei diversi Uffici preposti per effettuare accoglimento, identificazione e foto segnalamento; sanificazione che, invece, avendo un'unica location, potrebbe effettuarsi esclusivamente in unico luogo con evidenti risparmi di spesa.
Signor Capo della Polizia, quanto sopra evidenziato è un problema che se non affrontato in tempo, con l’arrivo della bella stagione e quindi con l’aumento del flusso dei migranti presso la città di Trieste, rischia d’assurgere a vera e propria grave emergenza, soprattutto di carattere sanitario.
Nell’auspicare, quindi, che il contributo di questa Organizzazione Sindacale possa servire alla S.V. a mettere in campo ogni utile iniziativa per porre fine alle problematiche sopra esposte, Le porgiamo distinti saluti.

 

Il Segretario Generale

Vittorio Costantini

Scarica il documento in pdf

 


Sindacato di Polizia - Unione Sindacale Italiana Poliziotti