Dopo i primi, inutili e - per certi versi - dannosi correttivi del 2018 ed i secondi - altrettanto inidonei—deliberati dal CdM del 26 settembre scorso, definiti sul tavolo “intoccabili” perché già “bollinati”, oggi il Dipartimento della pubblica sicurezza ci ha presentato una mera descrizione verbale di terzi correttivi che, ancora una volta, non correggerebbero un bel nulla dello sciagurato riordino del 2017. Infatti, anziché migliorare concretamente le possibilità di progredire in carriera che per lunghissimi anni sono state negate dalla sola Polizia di Stato, mentre tutte le altre Forze del comparto espletavano ogni anno, regolarmente, tutti i concorsi previsti dalla normativa, ancora una volta si tenta di tacitare agenti, assistenti, sovrintendenti, ispettori e commissari RE con risibili mancette e piatti di lenticchie. Tutto ciò in virtù di un’applicazione al contrario del principio di “sostanziale equiordinazione”, in base al quale a tutti i poliziotti dovrebbero essere restituite le opportunità di carriera negate negli anni e che, invece, viene invocato proprio per impedire che questo avvenga, preferendo distribuire a pioggia pochi spiccioli anziché favorire un’ambita, reale e meritatissima progressione funzionale. Inaccettabile sentirsi dire oggi che gli Stati maggiori possono inventarsi, peraltro fuori dalla sede naturale del tavolo contrattuale, una voce del trattamento economico fisso e continuativo destinata solo al personale delle Forze armate, mentre la Polizia di Stato non può correggere sue specifiche storture storiche, che l’Amministrazione ammette, solo perché questo costerebbe troppo alla Difesa! Bisogna riconoscere che agenti-assistenti e sovrintendenti non sono esecutivi, ma “di concetto”, unificandoli con uno scrutinio per merito assoluto – quindi senza scavalcamenti – e transitoriamente a ruolo aperto, prevedendo che gli attuali sovrintendenti vadano poi ad occupare le attuali 12.000 vacanze nel ruolo degli ispettori, che deve essere riconosciuto come direttivo nella sua interezza. All’interno di quest’ultimo vanno realmente sanate tutte le specifiche situazioni venutesi a creare, sia per ciò che attiene all’accesso alla qualifica di ispettore superiore dei frequentatori del 7° e 8° corso, che per l’accelerazione della progressione dei corsi 9°, 10° ed 11°, garantendo lo scorrimento di tutta la graduatoria del concorso a 501 posti e la nomina a sostituto commissario degli ispettori superiori “raggiunti” col riordino. È infine necessario che l’intera carriera dei funzionari sia riconosciuta come dirigenziale, facendovi transitare gli RE, danneggiati rispetto a tutte le altre Forze dall’omesso bando dei concorsi per il ruolo speciale, con scorrimento degli idonei al concorso a 436 posti, qualifica di commissario capo al termine del corso e promozione a quella superiore il giorno precedente al pensionamento per raggiunti limiti di età. Ovviamente principi e misure sopra descritti andranno applicati anche ai ruoli tecnici, in aggiunta alle misure riparatrici delle sperequazioni specificamente subite da questi ultimi e vanno inoltre rimosse le conseguenze inique del riassorbimento, a seguito dei futuri contratti collettivi di lavoro, dell’assegno ad personam previsto dal riordino (art. 45, co. 5, d.lgs. 95/2017) prima che sia intervenuta una promozione. Se non si realizzeranno le condizioni elencate la partita giocata da tra il Dipartimento della pubblica sicurezza e gli Stati maggiori militari terminerebbe con una sconfitta che sarebbe lecito definire come un vero e proprio “cappotto” e noi, come rappresentanti dei poliziotti, non possiamo più permettere che siano ancora una volta i colleghi a pagare errori di cui sono già stati, fin troppo a lungo, vittime. Martedì, 3 dicembre prossimo, ci sarà una nuova riunione su correttivi che, se non cambieranno nel senso sopra indicato, mai potranno avere da noi il consenso, né la benché minima acquiescenza.-               

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