Finalmente è uscita in Gazzetta Ufficiale la norma sui correttivi al riordino, certo siamo ancora lontani dagli interventi che sarebbero stati necessari per restituire il mal tolto a migliaia di poliziotti, l’abbiamo ripetuto tante volte, i vent’anni di inerzia della nostra Amministrazione nel bandire i concorsi, nel cercare di favorire un percorso di carriera nel rispetto della dignità professionale di tutti i poliziotti, hanno creato una situazione ormai irrecuperabile per la nostra categoria, sia dal punto di vista economico e quindi pensionistico, che dal punto di vista dello sviluppo professionale. Sarebbe ora che dalle parole si passasse ai fatti, in questi ultimi vent’anni il poliziotto ha talmente tanto atteso che nel frattempo l’oggi gli è sfuggito tra le mani, gli è sfuggito la possibilità di raggiungere obiettivi di carriera in tempi più congrui, quando ancora la giovane età lo avrebbe supportato nell’accettare nuove sfide professionali di guisa che del suo entusiasmo ne avrebbe beneficiato anche l’Amministrazione, gli è sfuggito la possibilità di costruire nel tempo una retribuzione adeguata, per far fronte a quella riforma pensionistica che ci ha portato tutti quanti dal sistema retributivo al sistema contributivo, perché se rimani al palo della tua qualifica per ben lunghi venti anni, se non hai la possibilità di far fare un salto qualitativo alla tua retribuzione, è chiaro che tutto ciò avrà dei riverberi pesantissimi in fase pensionistica. Ora francamente, al netto di tutte le recriminazioni possibili che si possono fare alla nostra Amministrazione, colpevole, per mancanza di visione prospettica, di questa situazione di stallo, l’Unione Sindacale Italiana Poliziotti ritiene che non si può continuare a perdere tempo, necessita intervenire subito rispetto ai tanti temi rimasti ancora insoluti per cercare di recuperare il recuperabile, ci riferiamo nella fattispecie al contratto di lavoro che è già scaduto dal 31 dicembre 2018, ORA BASTA, non si può continuare ad attendere. Le belle parole e i complimenti di facciata delle Istituzioni politiche, ormai non fanno più effetto ai poliziotti, servono atti concreti per ricompensare chi ha dedicato la propria vita al sacrificio, per chi rischia giornalmente la pelle per il bene della collettività, per chi subisce a causa del proprio lavoro atti di gratuita violenza, come quella che qualche giorno fa hanno subito, ad esempio, i colleghi in servizio al CPR di Torino, e che solo grazie al loro equilibrio e alla loro alta professionalità sono riusciti a scongiurare il peggio. La misura è ormai colma, le situazioni gravose, di natura economica, di natura professionale, di natura finanche di rispetto umano che sono state caricate sulle spalle degli appartenenti delle Forze dell’Ordine, non sono più sopportabili, e tralasciamo qui ogni ulteriore discorso, che rischierebbe d’essere strumentalizzato, in riferimento all’aspetto psicologico di chi deve subire tutto questo senza che nessuno, compreso la nostra Amministrazione, tendi loro una mano concreta e non di facciata. Dunque, per non farla troppo lunga anche perché ci sarebbe ancora tanta altra carne da mettere al fuoco, la U.S.I.P. auspica che il Governo in carica cominci ad avviare le trattative per il rinnovo del contratto, si è perso fin troppo tempo dalla sua naturale scadenza, e più tempo passa più soldi perdono i poliziotti, ci aspettiamo quindi che il tempo perduto venga economicamente recuperato, il nuovo rinnovo contrattuale deve smarcarsi dalle logiche del passato in cui, a causa di colpevoli ritardi del Governo, tutti i mesi, e finanche gli anni di ritardo, sono stati ricompensati con quella che si poteva definire una mancetta, rispetto a ciò che sarebbe spettato loro se il contratto fosse stato rinnovato secondo i tempi stabiliti per legge. Bisogna voltare pagina e dare segnali concreti di vicinanza ai poliziotti, attraverso un rinnovo contrattuale rispettoso della dignità umana e professionale degli appartenenti alle Forze dell’Ordine, e ci riferiamo non solo all’aspetto economico ma anche all’aspetto normativo del contratto, perché purtroppo anche sotto questo aspetto i diritti dei poliziotti sono ancora molto compressi, il poliziotto non è un cittadino di serie b, necessita quindi incidere per ottenere maggiori diritti per il personale delle Forze dell’Ordine, diritti che già ad altri pubblici impiegati sono stati riconosciuti e che invece, a causa di una politica miope, continuano ad essere negati ai poliziotti, ci riferiamo ad esempio a tutti i diritti della genitorialità, delle piene libertà e dei diritti sindacali previsti dalla Costituzione, ci riferiamo anche all’interpretazione incoerente per cui un poliziotto è autorizzato a iscriversi agli albi professionali ma al contempo non può svolgere nessuna attività attinente la specifica professione, sempre che ovviamente non sia incompatibile con lo status di appartenente alle Forze dell’Ordine; tanti sono ancora i diritti negati ai poliziotti, tante sono ancora le mancate opportunità che impediscono loro, di fatto, il pieno sviluppo della persona umana così come descritto dall’art. 2 della Costituzione, che vale in toto per tutti i cittadini e in modo parziale invece per l’appartenente alle Forze dell’Ordine. Altro aspetto di vitale importanza è la previdenza complementare, anche questa un’opportunità ancora ad oggi negata ai poliziotti che continua a far per perdere loro terreno sul fronte pensionistico, basta rinvii, bisogna far partire nel più breve tempo possibile una previdenza complementare che sia grado di garantire, soprattutto ai giovani poliziotti di nuova assunzione, una pensione dignitosa, perché più passa il tempo più ci sarà il rischio che moltissimi colleghi si ritroveranno con un pugno di mosche in mano, e questo non solo non è accettabile ma è anche lesivo della dignità umana, perché non si può, dopo 40 anni e più di lavoro, guardare al proprio futuro da pensionato con senso di precarietà. Ancora potremmo aggiungere la questione disciplina che nulla ha a che fare con un corpo di Polizia veramente civile e veramente democratico, anche qui la mancata revisione della legge sulla disciplina (D.P.R. 737/81), che servirebbe a inserire maggiore garanzie difensive, che servirebbe a mettere su una procedura più equilibrata affrancandosi definitivamente dal quasi libero arbitrio che ha l’Amministrazione nell’irrogare sanzioni disciplinari al personale, è la cartina di tornasole di un sistema all’apparenza democratico ma che cela invece i più odiosi sistemi militari in cui il sacrosanto diritto di piena difesa viene negato. L’elenco delle tematiche irrisolte, dei diritti mancati, sarebbe ancora lungo, per ora ci fermiamo qua, nella consapevolezza però che l’Unione Sindacale Italiana Poliziotti non lascerà nulla d’intentato, anzi il primo tema che abbiamo elencato e cioè il rinnovo del contratto, sarà la prima battaglia che questa Organizzazione Sindacale porterà avanti nelle sedi competenti, e lo farà con la forza della convinzione di stare nel giusto, e con la forza che deriva dalla nostra appartenenza a valori confederali che ci aiuteranno in un percorso che sarà di certo irto di difficoltà ma che non ci farà arretrare di un millimetro rispetto ai nostri obiettivi, poiché consapevoli della nostra responsabilità di rappresentanza e poiché consapevoli che avremo la grande Confederazione UIL a sostenerci durante il nostro cammino di ricerca di maggiori diritti e maggiori tutele.

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Sindacato di Polizia - Unione Sindacale Italiana Poliziotti