Signor Capo della Polizia,
come anticipatoLe per le vie brevi, da tempo gli avvicendamenti conseguenti alla mobilità ordinaria dei dipendenti della Polizia di Stato, presentano una particolare criticità dettata dall’applicazione incongruente e diversificata nelle diverse province, degli elementi di valutazione su cui si fonda il diniego o il nulla osta espresso dai signori Questori.
Invero, ciò che emerge in modo tangibile è una discrezionalità che rasenta l’arbitrarietà degli elementi di valutazione dei Questori nelle diverse province. La problematica che poniamo alla Sua attenzione rispetto agli indirizzi di governance della mobilità del personale, ha generato nel tempo pareri difformi rispetto ai trasferimenti dei dipendenti sul territorio nazionale, causa la mancanza di linee d’indirizzo regolamentari che disciplinino in modo uniforme la tematica in oggetto. Ciò detto, in assenza di regole le decisioni adottate dall’Amministrazione in molti casi appaiono ingiuste, incidendo pesantemente sulla vita privata del dipendente di turno che, in molti casi e per i noti ritardi del passato, anelava da tempo al ricongiungimento familiare. Infatti in alcuni casi e province, sono emerse interpretazioni molto rigide rispetto all’applicazione dell’incompatibilità ambientale, in difformità da quanto adottato da altri Questori in altre province.
Per chiarezza, appare del tutto inconcepibile mettere sullo stesso piano reati che hanno un diversissimo peso dal punto di vista penale e morale, ossia applicare l’incompatibilità ambientale a poliziotti che, loro malgrado, hanno parenti che si sono macchiati di gravi reati associativi o contro il patrimonio e la persona, alla stessa stregua di poliziotti che hanno parenti a cui magari è stato contestato il mero abuso edilizio.
In considerazione della breve premessa rispetto al tema in oggetto, al fine di scongiurare disparità di trattamento tra i dipendenti della Polizia di Stato, chiediamo che l’Amministrazione emani una disposizione con linee d’indirizzo univoche per tutto il territorio nazionale, per evitare che il diniego del nulla osta non sia il frutto di eccessi discrezionali ma della corretta attuazione dei criteri stabiliti dai preposti uffici del Dipartimento della PS.
Questa Segreteria Nazionale ritiene che sia necessario stabilire che venga chiarito quali siano i gradi di parentela a cui fare riferimento, poiché è impensabile crocifiggere un poliziotto per violazioni di legge commesse da “parenti” che lo stesso codice civile non riconosce come tali, perché un conto sono i genitori, i fratelli e le sorelle, un altro conto è il marito della figlia di un cugino di secondo grado.
Riteniamo, altresì, importante considerare la temporalità del fatto-reato, poiché anche qui, è incomprensibile che ad un poliziotto, a causa di una violazione del precetto penale commessa dal nonno della moglie 30 o 40 anni prima, venga applicata l’incompatibilità ambientale.
Ancora, ad esempio, non si può certamente non considerare i casi di avvenuta riabilitazione penale, com’è opportuno considerare che l’eventuale separazione o divorzio dal proprio coniuge va ad interrompere ogni legame di parentela affine. Sono perciò tante le sfaccettature che l’Amministrazione in sede locale dovrebbe tenere in considerazione prima di prendere decisioni gravose che incidono sulla vita del dipendente e della propria famiglia.
Signor Capo della Polizia, si tratta, in sostanza, di fare in modo che ogni decisione presa in merito all’incompatibilità ambientale, non sia fondata su un personale convincimento ma su elementi oggettivi e chiari, validi sull’intero territorio nazionale.
In conclusione, siamo certi che, grazie alla Sua nota sensibilità rispetto alle problematiche che vivono i poliziotti, possiamo lasciarci alle spalle la stagione dell’iniqua arbitrarietà, per dare il via ad una specifica disciplina che, certamente potrà superare e fare chiarezza rendendo più trasparente le evidenti criticità del tema da noi segnalato, nel congedarci porgiamo con stima i nostri, deferenti saluti.


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Sindacato di Polizia - Unione Sindacale Italiana Poliziotti