Covid 19 SarsCoV2- Perché è importante vaccinarsi

a cura di Rosaria MAIRA
Dirigente Sindacale USIP Nazionale 

 

In questo periodo stiamo assistendo a veri e propri simposi medici sul tema “vaccini”, da quando siamo stati attaccati da questo nemico invisibile e silente, forse parente di Batman, menti eccelse laureate in medicina, biologia o chimica sui social, wikipedia o ai bar “virtuali”, sproloquiano, ognuno dicendo la propria, innescando un clima di scetticismo, paura e sfiducia nella ricerca medico/scientifica. Basterebbe guardare al passato, la storia insegna, i vaccini hanno salvato milioni di vite, dal vaccino contro la poliomelite, il c.d. “Antipolio”, a quello più recente contro il “papilloma virus”.  Dovremmo imparare a fidarci della ricerca scientifica, difatti grazie al vaccino anti-Covid, potremo arrivareall’immunità di gregge riducendo di gran lunga i decessi.

 

Il vaccino è uno strumento che ci può immunizzare, proteggere dalla malattia e probabilmente dalla trasmissione.

 

Se tutti lo usassimo, visto che a tutti verrà data la possibilità di poterne usufruire, potremmo veramente spegnere la pandemia nel giro di pochi mesi.

Lo scettiscismo diffuso nasce anche dal ridotto, ridottissimo tempo di sperimentazione dei vaccini anti-covid, ma, è bene chiarire che, la fase accelerata non riguarda la sperimentazione ma quella di sviluppo preclinico del vaccino e quella finale sull’autorizzazione.Per realizzare il vaccino anti-Covid, data l’eccezionalità della situazione e la conseguente urgenza, sono state stanziate ingenti somme di denaro, si sono sviluppati, pertanto, più candidati pre-clinici, cosa che in passato e per altri vaccini avrebbe richiesto anni; in pratica si è lavorato in simultanea su più candidati pre-clinici, riuscendo a comprimere in 15 giorni un lavoro che normalmente dura 6-8 mesi.

A non aver invece subito accelerazioni è la fase centrale, cioè la sperimentazione del vaccino su gruppi di volontari, che sono stati circa 40.000.

Un vaccino di questo tipo funge come da comando temporaneo di produzione di proteine che servono per l’immunizzazione, il tutto senza intaccare e coinvolgere il nucleo della cellula stessa, quindi è totalmente fuorviante pensare che ci sia il pericolo che questi vaccini modifichino il genoma delle nostre cellule.

Si è innescata la polemica tra gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, fomentata ad arte, che il vaccino AstraZeneca, a noi destinato, sia un vaccino di seconda categoria, un vaccino tanto pericoloso quanto inefficace, poiché avrebbe una copertura immunitaria del 60%.

Ma cosa vuol dire avere una copertura pari al 60%?

Significa che si hanno il 60% di probabilità in più di non contrarre il virus o, in caso di contagio, di non ammalarsi (rimanere asintomatici). Quante volte sentendo parlare dei normali vaccini antinfluenzali abbiamo sentito dire “ho contratto l’influenza in forma lieve, perché avevo fatto il vaccino”, ecco con l’Astra Zeneca avremmo lo stesso tipo di copertura, per questo motivo è stato destinato a quella fascia di popolazione in buona salute, poiché in un modo o nell’altro, inoculato, attiva il sistema immunitario del ricevente.

Il nostro è uno dei mestieri più belli ed importanti del mondo, sempre al servizio degli altri, ci siamo sempre per proteggere e servire, non ci fermiamo mai e per continuare a farlo in sicurezza dobbiamo tutelare noi stessi e chi ci sta vicino, siano essi figli, mariti, mogli, genitori e gli stessi colleghi.

 

Se noi non ci infettiamo, non possiamo nemmeno contagiare chi ci sta vicino, quindi

IL VACCINO PROTEGGE OGNUNO DI NOI

MA ANCHE GLI ALTRI.


Sindacato di Polizia - Unione Sindacale Italiana Poliziotti