Erdogan (Turchia) abbandona la Convenzione di Istanbul: Forte preoccupazione per i Diritti delle Donne Turche

di Rosaria Maira Responsabile Nazionale Mobbing e Stalking USIP

 

L'Unione Sindacale Italiana Poliziotti ha sempre pensato che un Paese può ritenersi realmente democratico, se riempie di contenuti dai valori democratici la propria azione di governo.

E soprattutto sarà poi la coerenza, nel tempo, ai valori democratici di vera libertà e di vera solidarietà, presupposti fondamentali contro ogni forma di violenza, che distingueranno un Paese fondato concretamente sulla democrazia.

Invero, la convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, meglio conosciuta come convenzione di Istanbul, è stata firmata l' 11 maggio del 2011 in Turchia,  è stata ratificata, fino ad ora, da 34 stati tra cui, appunto, la Turchia che era stata la prima a validarla nel 2012 .

In Italia l'approvazione della convenzione risale al 28 maggio 2013, poi convertita in legge nel giugno dello stesso anno. Ad oggi, comunque, 12 paesi firmatari della convenzione non l'hanno ancora riconosciuta.

La ratifica fa sì che la convenzione diventi uno strumento giuridicamente vincolante, obbligando i governi ad adottare una legislazione che contrasti la violenza di genere e gli abusi simili,come  la violenza coniugale e le mutilazioni genitali femminili. La convenzione interviene anche nell'ambito della violenza domestica che non colpisce solo le donne,ma anche bambini, anziani e tutti quei soggetti fragili ai quali si applicano le medesime norme di tutela. In questi giorni ha fatto molto discutere la decisione della Turchia, che senza alcun preavviso, con una legge ad hoc a firma del presidente Erdogan, si è ritirata dalla convenzione di Instabul.

L'USIP ritiene che per un' Europa che si professa garante dei diritti umani questo ritiro rappresenti un precedente pericoloso, un passo indietro allarmante ed è un segnale chiaro di ciò che sta accadendo in molte nazioni che, per loro cultura, rifiutano il modello occidentale. In Turchia infatti, nonostante la convenzione fosse vigente (sino allo scorso 22 marzo), il tasso di violenza sulle donne era al 45%, contro il già alto 25% del resto d'Europa.

Lo scorso anno si sono registrati 300 femminicidi e 170 omicidi in situazioni ancora da chiarire. Nei primi 75 gg del 2021 i femminicidi sono stati 71, per non parlare della tanto attuata pratica delle spose bambine, molte delle quali subiscono lesioni gravissime arrivando anche a morirne durante la prima settimana di matrimonio. Questo ci fa capire che non basta una legge a fermare l'aberrante fenomeno della violenza, ma occorrerebbe una vera e propria rivoluzione culturale.

Questa rivoluzione non è quella dell'emancipazione a tutti i costi, chiudendo gli occhi sulle resistenze culturali retrograde e patriarcali che esistono e che sono sotto gli occhi di tutti, ma quella dell'educazione al rispetto della donna, donna in quanto individuo di pari dignità, capacità e valore dell'uomo, uomo che, in casi limite come quelli che ci troviamo ad affrontare, non conosce dignità,  valore o rispetto.

 

Rosaria Maira

Responsabile Mobbing e Stalking USIP

 
 


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